Quando si parla di ISEE, la prima difficoltà non è tanto capire a cosa serva, ma che cosa bisogna portare concretamente al CAF o inserire nella DSU precompilata online. C’è chi arriva con una cartella piena di carte inutili e chi, al contrario, dimentica proprio il documento decisivo.
Per fare un po’ d’ordine bisogna partire da un dato semplice: l’ISEE nasce dalla Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), che contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali di tutto il nucleo familiare. Una parte di queste informazioni viene recuperata in automatico da INPS e Agenzia delle Entrate (dichiarazioni dei redditi, trattamenti, pensioni), ma un’altra parte deve essere fornita dal cittadino, perché lo Stato non può saperla da solo.
Sapere quali documenti servono davvero significa evitare viaggi a vuoto, ridurre gli errori nella DSU e capire in anticipo come potrà collocarsi il tuo indicatore. Prima ancora di rivolgerti a un CAF, se vuoi farti un’idea dell’effetto dei tuoi dati economici, puoi calcolarlo online su CodFis con un simulatore che elabora tutto direttamente nel browser, senza registrazioni né memorizzazione dei dati.
Dati anagrafici: più semplici di quanto sembrino
La prima area di documenti riguarda i dati anagrafici del nucleo. Qui la logica è chiara: l’ISEE non fotografa la persona, ma il nucleo familiare così come definito dal DPCM 159/2013 (persone conviventi, coniugi, figli a carico, genitori non coniugati, ecc.).
In pratica servono:
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Codice fiscale e documento di identità del dichiarante;
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Codici fiscali di tutti i componenti del nucleo familiare (coniuge, figli, altri soggetti presenti nello stato di famiglia quando rilevanti);
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eventuali dati su coniugi non conviventi, figli non conviventi ma fiscalmente a carico, situazioni di separazione o affidamento.
Questi elementi non richiedono grandi ricerche: basta avere a portata di mano tessere sanitarie, carte di identità e, dove serve, i provvedimenti di separazione o le sentenze che regolano il mantenimento. Non servono certificati anagrafici cartacei: il CAF e l’INPS si appoggiano alle banche dati anagrafiche.
Redditi: dichiarazioni, CU e trattamenti
Il secondo blocco riguarda i redditi, che ai fini ISEE si riferiscono – salvo riforme specifiche – al secondo anno solare precedente rispetto alla presentazione della DSU (per una DSU 2026, si guardano i redditi 2024, e così via). La normativa base è sempre quella del DPCM 159/2013, integrata nel tempo da vari correttivi.
Cosa serve in concreto?
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Copia dell’ultima dichiarazione dei redditi presentata (modello 730 o Redditi PF) per ciascun componente che la possiede.
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In mancanza di dichiarazione (ad esempio chi ha solo lavoro dipendente semplice), le Certificazioni Uniche (CU) rilasciate dai datori di lavoro o dagli enti pensionistici.
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Documentazione di trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari eventualmente non risultanti nelle banche dati (assegni di invalidità particolari, assegni di sostegno, ecc.), se non già acquisiti in automatico.
Di norma il sistema precompilato INPS recupera molte di queste informazioni, ma avere a portata di mano la dichiarazione o la CU permette di verificare che i dati preinseriti siano coerenti. Non servono invece buste paga di tutto l’anno se il reddito è già correttamente riepilogato in CU o nella dichiarazione: servono solo in casi particolari (lavoro autonomo discontinuo, ISEE corrente, variazioni recenti dei redditi).
Patrimonio mobiliare: saldo, giacenza media e cosa cambia con i titoli di Stato
Qui si concentra la maggior parte delle incomprensioni. Il patrimonio mobiliare comprende conti correnti, libretti, depositi, fondi, azioni, obbligazioni, polizze finanziarie e così via. Per l’ISEE conta sia il saldo al 31 dicembre sia la giacenza media annua, calcolata sull’intero anno di riferimento.
In pratica i documenti che servono davvero sono:
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il riepilogo di saldo al 31/12 per ogni rapporto finanziario;
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la giacenza media annua di ciascun conto o carta;
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l’indicazione di eventuali rapporti chiusi durante l’anno (molti istituti riportano anche questo dato).
Non occorre consegnare estratti conto completi con ogni movimento. La normativa serve a valutare il valore effettivo del patrimonio, evitando che un saldo momentaneamente basso al 31/12 nasconda una giacenza elevata durante l’anno.
Negli ultimi anni c’è stata una modifica molto importante: la Legge di Bilancio 2024 ha previsto l’esclusione dal patrimonio mobiliare ISEE, fino a 50.000 euro, dei titoli di Stato e di alcuni prodotti di risparmio con garanzia statale.
In pratica:
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i titoli di Stato (BTP, BOT, CCT, ecc.);
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i buoni fruttiferi postali e alcuni prodotti finanziari garantiti dallo Stato
non concorrono alla formazione del patrimonio mobiliare ai fini ISEE entro il limite complessivo di 50.000 euro. Oltre quella soglia, la parte eccedente torna a essere rilevante. Questo non significa che non devi portare alcuna documentazione sui titoli: significa che la loro trattazione ai fini del calcolo cambia, ed è bene che il CAF abbia comunque chiaro di che strumenti si tratta.
Per il cittadino la conseguenza è semplice: quando chiedi alla banca il riepilogo saldo/giacenza, assicurati che siano elencati tutti i rapporti (conti, depositi, carte, titoli, fondi), ma ricorda che alcuni strumenti, come i titoli di Stato, possono non pesare sull’ISEE entro i limiti previsti.
Non servono invece:
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password dell’home banking;
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codici dispositivi;
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accessi ai conti online.
Questi dati non devono essere forniti a nessuno e non sono richiesti né da INPS né dai CAF.
Patrimonio immobiliare: immobili, terreni e mutui residui
Il patrimonio immobiliare non è meno importante: include fabbricati, abitazioni, pertinenze, terreni agricoli ed edificabili, posseduti in Italia e all’estero. La base normativa è sempre il DPCM 159/2013, che definisce il modo in cui il valore dell’immobile viene “trasformato” in valore ISEE.
Per compilare correttamente questa parte servono:
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i dati catastali degli immobili (che il CAF può recuperare da visure o banche dati, ma che è utile avere già sotto mano);
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eventuali mutui residui al 31 dicembre dell’anno di riferimento, con il relativo capitale residuo (non gli interessi futuri);
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per i terreni, gli elementi necessari a determinare il valore catastale rivalutato.
Non serve portare l’atto notarile completo, a meno che non ci siano situazioni molto particolari (usufrutti, nuda proprietà, comproprietà complesse, donazioni recenti). Nella maggior parte dei casi è sufficiente il prospetto mutuo e gli estremi catastali.
Un tema ricorrente è l’abitazione principale: rientra comunque nel patrimonio immobiliare, ma con criteri di valorizzazione peculiari che tengono conto del mutuo e di franchigie specifiche. È un aspetto che il cittadino non deve calcolare da solo, ma avere il prospetto aggiornato del mutuo aiuta a evitare errori.
Affitto e residenza: quando conta davvero il contratto
Per chi vive in locazione, il contratto di affitto registrato è fondamentale. Senza questo documento è difficile applicare correttamente le detrazioni previste dal calcolo ISEE per gli inquilini.
Quello che serve è:
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una copia del contratto di locazione registrato con i dati del locatore, del conduttore, del canone annuo e della data di registrazione;
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l’eventuale comunicazione di proroga o rinnovo se il contratto è in regime di cedolare secca o già scaduto e rinnovato.
Non servono le ricevute mensili dei canoni pagati, se non in casi di contenzioso o verifiche particolari. Ai fini ISEE interessa l’esistenza del contratto, il canone e la regolarità della registrazione.
Situazioni particolari: disabilità, mantenimenti, famiglie “non standard”
La vita reale è più complicata dei modelli, e l’ISEE lo sa. Alcune situazioni richiedono documenti aggiuntivi.
Per esempio:
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Persone con disabilità o non autosufficienti: servono i verbali di invalidità o di handicap (Legge 104), le certificazioni sanitarie che attestano la gravità, ed eventuali documenti relativi a indennità di accompagnamento o altre prestazioni specifiche. Questi dati incidono sia sul reddito che sulle maggiorazioni della scala di equivalenza.
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Genitori separati o divorziati: è importante avere il provvedimento del giudice che stabilisce l’affidamento dei figli e gli eventuali assegni di mantenimento, perché queste somme entrano (o escono) dal reddito ISEE in modo molto preciso.
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Figli non conviventi ma fiscalmente a carico: in determinate condizioni rientrano nel nucleo ISEE, quindi servono i loro codici fiscali e, talvolta, le informazioni sui loro redditi.
Chi rientra in questi casi dovrebbe evitare il fai-da-te “a memoria” e tenere sempre con sé le carte ufficiali (verbali, decreti, sentenze). Sono spesso documenti che il CAF non può ricostruire da solo.
Cosa non serve (ma tanti portano lo stesso)
Un errore diffusissimo è portare una montagna di carte che, ai fini ISEE, valgono zero. Per esempio:
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fatture di spese mediche, scolastiche, assicurative: non servono per il calcolo ISEE standard (possono servire per altri bonus o detrazioni IRPEF, ma non per la DSU);
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estratti conto completi di ogni singola operazione: conta il saldo e la giacenza media, non la storia di ogni acquisto;
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spese condominiali, bollette, spese ordinarie: non entrano direttamente nell’ISEE;
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qualunque dato di accesso ai servizi online (PIN, password, OTP): non sono richiesti e non vanno mai comunicati.
Capire cosa non serve è importante quanto sapere cosa è obbligatorio: ti evita di consegnare informazioni inutili o troppo personali che non hanno alcuna utilità nel calcolo dell’indicatore.
Che cosa tenere sul tavolo
Per chiudere, una piccola tabella riepilogativa, solo su ciò che concretamente conviene avere pronto:
| Ambito | Documenti realmente utili | Esempi di documenti superflui |
|---|---|---|
| Anagrafica | Codici fiscali, documenti di identità, provvedimenti di separazione/affidamento | Certificati cartacei di residenza o stato di famiglia (di solito non necessari) |
| Redditi | Ultima dichiarazione dei redditi, CU, attestazioni di trattamenti non in banca dati | Serie completa di buste paga se il reddito è già in CU |
| Patrimonio mobiliare | Riepilogo saldo al 31/12 e giacenza media per ogni conto/carta, elenco titoli e depositi | Estratti conto dettagliati con singole operazioni, stampe inutilmente lunghe |
| Patrimonio immobiliare | Dati catastali, prospetto del mutuo con capitale residuo | Copia integrale di atti notarili se non ci sono particolarità |
| Affitto | Contratto registrato, eventuali proroghe | Ricevute mensili dei pagamenti del canone |
| Situazioni speciali | Verbali di invalidità, sentenze di separazione, provvedimenti giudiziari | Corrispondenza informale, e-mail non ufficiali |
Se tieni sul tavolo solo questi documenti, il lavoro con il CAF (o con la DSU precompilata) diventa molto più lineare. E, soprattutto, riduci il rischio di omissioni che possono alterare il valore dell’ISEE o costringerti a rifare la dichiarazione.
Evoluzione del quadro normativo negli ultimi due anni
Negli ultimi anni la normativa ISEE non ha subito rivoluzioni nella struttura generale, ma sono stati introdotti correttivi mirati che hanno modificato in modo concreto i documenti richiesti ai cittadini. Ecco i passaggi normativi più rilevanti.
DPCM 159/2013 – Struttura dell’ISEE (base normativa invariata)
È la norma fondativa dell’ISEE moderno: definisce cos’è il nucleo familiare, quali redditi e patrimoni rientrano nel calcolo e quali documenti servono per compilare correttamente la DSU.
Impatto sui documenti: rimane essenziale presentare dichiarazioni dei redditi, CU, dati catastali, saldo e giacenza media dei rapporti finanziari, contratti di affitto e le certificazioni di invalidità. Nulla di questo è cambiato.
Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022) – Aggiornamenti minori sui trattamenti e sul precompilato
Ha introdotto alcune modifiche sui trattamenti assistenziali acquisiti automaticamente dall’INPS e ha potenziato la struttura della DSU precompilata, ampliando la quota di dati recuperabili da INPS e Agenzia delle Entrate.
Impatto sui documenti: il cittadino deve portare meno attestazioni cartacee (molti trattamenti compaiono ormai automaticamente), ma deve verificare che ciò che è precompilato sia coerente. Serve comunque la documentazione aggiuntiva non presente nelle banche dati.
Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023) – Esenzione dei Titoli di Stato fino a 50.000 €
È la modifica più significativa degli ultimi due anni. La norma ha escluso dal computo del patrimonio mobiliare ai fini ISEE:
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Titoli di Stato (BTP, BOT, CCT, ecc.);
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Buoni fruttiferi postali;
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alcuni strumenti finanziari garantiti dallo Stato;
fino a un limite massimo di 50.000 euro complessivi.
Impatto sui documenti: il cittadino deve comunque fornire l’elenco completo dei rapporti finanziari, ma questi strumenti – entro la soglia – non incidono sul calcolo. Rimangono necessari saldo, giacenza media e natura del titolo.
Decreto MEF attuativo sui prodotti esenti (2024)
Ha chiarito quali strumenti rientrano esattamente nella definizione di “prodotti di risparmio con garanzia statale” e come devono essere trattati ai fini del calcolo.
Impatto sui documenti: gli istituti finanziari devono fornire una voce chiara che distingua prodotti esenti da quelli ordinari. Il cittadino deve solo procurarsi il solito documento di saldo/giacenza, non certificazioni aggiuntive.
Circolari INPS 2023–2024 sulla DSU precompilata
Negli ultimi due anni l’INPS ha pubblicato più circolari tecniche per:
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ampliare i dati acquisibili automaticamente;
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ridurre gli errori frequenti nelle autodichiarazioni;
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chiarire la gestione dei nuclei complessi (genitori non conviventi, studenti universitari, disabilità).
Impatto sui documenti: in molti casi servono meno documenti cartacei, ma più precisione nel verificare la correttezza dei dati precompilati. Le certificazioni di invalidità e i provvedimenti giudiziari rimangono invece sempre a carico del cittadino.
Interventi su moduli e procedure CAF (2023–2024)
Non è una legge, ma un cambiamento operativo: i CAF hanno aggiornato moduli e checklist per adeguarsi alle novità sui titoli di Stato, sulla DSU precompilata e sulle casistiche particolari.
Impatto sui documenti: molte strutture chiedono di portare già pronti riepiloghi bancari di saldo/giacenza e i documenti catastali per evitare incongruenze automatiche.
Giurisprudenza recente sui nuclei familiari “non standard” (2023–2024)
Alcune sentenze amministrative hanno chiarito casi particolari, come:
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nuclei con genitori non sposati;
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studenti universitari che si dichiarano “autonomi” senza averne i requisiti;
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presenza di persone con disabilità nel nucleo.
Impatto sui documenti: si deve prestare attenzione a sentenze, decreti e verbali di invalidità, perché determinano in modo diretto obblighi documentali e composizione del nucleo.
L’ISEE non è pensato per essere una punizione burocratica, ma uno strumento per misurare con un certo equilibrio la situazione economica delle famiglie. Con qualche ora spesa a raccogliere i documenti giusti – e non quelli sbagliati – ti metti nelle condizioni di ottenere un indicatore più fedele alla realtà, senza sorprese. Se poi vuoi farti un’idea di massima di come tutti questi numeri si trasformano in un valore concreto, puoi calcolarlo online su CodFis e arrivare al CAF molto più preparato.
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